Page images
PDF
EPUB

vivente e creatrice: comune la potenza che lo crea e comuni gli elementi che lo costituiscono tale. Anzi, se v'è cosa che il povero ragazzo s'è ingegnato di mostrare, è appunto questa: come tutte le manifestazioni artistiche di bello, brutto, sublime, comico, drammatico siano tra loro in connessione, e generate da un' idea prima che in se le inchiude, e questa idea essere l'individuo fantastico, nel quale, secondo gli elementi variano di natura, o l'uno prevale all'altro, o variamente rispondono all'ordine e all'armonia cosmica delle cose, si trova questa feconda generazione. Il brutto dunque è una creazione estetica ma fatta in controsenso della creazione reale; incarna il concetto del male, ma con arte; è negativo in quanto che ogni disordine è negazione, ma non è negazione di arte; anzi questa negazione non è assoluta: è una luce offuscata più o meno dalle ombre, ma non buio perfetto il quale, essendo privo di forma, non è oggetto di vista e però non entra nei dominii dell'arte; ritrae il deforme che è alterazione più o meno pronunciata del bello, ma non l'informe che è mancanza totale di ciò onde l'individuo si appalesa; il brutto quindi non dice solamente sè, ma un'altra cosa ancora, cioè il bello sotto le forme guaste da esso rappresentate pag. 103-119.

Ed ecco, mio caro amico, per finire questa filastrocca che è andata un po' troppo avanti, come mi pare che siano da aggiustarsi le partite tra te e il mio figliolo. Se l'amore di padre me lo ha fatto troppo scusare, tu che sei più disinteressato di me, potrai farmene avvedere; e se invece ho giudicato rettamente, restiamo soddisfatti tutti e tre: tu che sei così buono come esperto, il mio povero bimbo che mi verrà incontro tutto contento come una pasqua, e il suo caro babbo che ti lascia con una stretta di mano e con l'assicurazione della sua stima costante e del suo sincero affetto.

Spoleto li 12 del 1874.

PIETRO ARDITO.

ANDREINA

NOVELLA

(Continuazione)

IV.

Quando Alberto fu solo, si gittò sopra una poltrona presso una finestra, e tornò a pensare all' Andreina. Povera! orfana! dicea tra sè, ed io son ricco !... Non sarebbe meglio la miseria? Una parola ch'io le dica parrà quella d'un seduttore. Ella non vorrà ascoltarmi. E mia cugina? Ah! bisogna pure andarle incontro ! Ei si levò in piedi; ma intanto vide passar l'Andreina che venia leggendo un libriccino e credeasi tutta sola. Ei si fermò e stette mezzo nascoso dalla cortina! Ella posò il libro sovra una tavola ch'era in mezzo della sala, e si recò in una stanza vicina. Tosto Alberto si lanciò sopra il libro. Era un volume delle opere di Shakspeare nel testo originale. Conosce ella dunque l'inglese, ruminava egli; nella sua condizione umile aver agio e volontà e ingegno da studiare le lingue! Stava in questi pensieri allorchè dalla stanza vicina udì suonare una melodia di Schubert. Era il pianoforte sul quale studiava egli medesimo. La madre non v'era. Chi suonarlo fucri che l'Andreina? Ma possibile che una fanciulla, la cui sorte era procacciarsi da vivere col lavoro dell'ago, sapesse toccare il pianoforte con sì grande maestria? Forse egli era ammaliato, ma pareagli non aver mai sentito con tanta dolcezza e perfezione di arte tradurre su la tastiera i delicati pensieri di Schubert. Le corde vibravano appena, il suono era tenue, ma pe

netrava in fondo all'anima. La melodia era già cessata, ch'egli si stava ancora immobile, come se un incantesimo lo avesse trasformato in pietra. Ed ecco ritornare l'Andreina, la quale si drizza alla tavola dove sovrappensiero ha lasciato il libro, ma oltrepas. sata appena la soglia, si accorge di Alberto e si arresta oltremodo confusa. Alberto le si fa incontro e

[merged small][ocr errors][merged small][merged small][merged small][ocr errors][ocr errors][ocr errors][ocr errors]

[blocks in formation]

No... si... mi perdoni; io credeva ch'ella fosse uscita di casa.
La mia presenza vi dà noia ?

Che cosa dice! ma... dunque ell'era qui!... ha forse...
Ho forse... che cosa?

Non so... mio Dio! mi scusi.

Rassicuratevi; se vi fo dispiacere, esco.

Le pare! Ma... io cercava...

Un libro?

Si, signore.

Eccolo.

Ah, lo ha veduto, aperto?

Non si poteva ?

Si, senza fallo. Le dirò, io non lo intendo: è un dono di madama Dufour, una memoria...

Non lo intendete? È strano. Queste noticine in margine sono

dunque di madama Dufour, benchè scritte in italiano?

[merged small][merged small][ocr errors]

Il giovine Conte scorrendo le pagine del libro, seguitavale a dire:

Si rilevano i passi più belli. Qui si compiange Otello; qui

si ammira il carattere di Amleto. Non c'è minor poesia nelle note che nel testo.

[ocr errors][merged small][merged small]
[ocr errors]

Sono... di madama Dufour.

Eh... scusatemi... Era pur anche madama Dufour che poco

fa suonava in quella stanza una melodia di Schubert?

[merged small][merged small][ocr errors]

la prego, la supplico... non so quello che mi dica.

[blocks in formation]
[ocr errors]

Deh, signore, voi vedete che s'io fossi cacciata da questa casa, morirei di vergogna e di miseria!

--

Di vergogna? Avreste qualche cosa a rimproverarvi?

Iddio m'è testimonio ch' io sono innocente, ma pure disgraziata, molto disgraziata!

Chi è disse Alberto con gran dolcezza

[ocr errors]

ciarvi? Nessuno, io credo.

lei...

[ocr errors]

che voglia cac

Ella è troppo buona; ma la signora Contessa se udisse da

E che? È forse così gran delitto suonare il pianoforte, saper leggere l'inglese? Ma non temete; se così vi piace, io non dirò nulla, purchè...

Mille grazie, oh, mille grazie signore... e adesso permetta ch'io mi ritiri.

E la fanciulla s'avviava per tornare nelle sue stanze.

Il Conte la guardava e non dicea nulla; ma quando ella fu presso all'uscio, la richiamò:

[blocks in formation]

Ella si ferma, e gli risponde in tono ossequioso:

[ocr errors]

Signore.

Non prendete il vostro libro?

Ah, si

[ocr errors]

dice tornando sopra i suoi passi, e stende la mano verso il Conte. Questi glie la prende, e ripete con l'accento della passione:

[ocr errors][merged small][merged small][merged small][merged small]

Egli lasciò tosto la destra di lei e le dimandò:

Che temete?

Niente. Così la fanciulla ancora tremando.
Ecco il vostro libro.

[ocr errors][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small]

Sono pronta ad ubbidirla.

Andreina, voi non siete buona!

-Se ho la sventura di averle dato dispiacere in qualche cosa,

[merged small][merged small][ocr errors][merged small]

Voi non avete fiducia in me.

Che cosa vuol dire ?

- Bella condotta !

Mio Dio non so com'io possa averla offesa: mi perdoni.

- Voi non mi avete offeso, mi offendete adesso!

Signore, io non la intendo.

Credete che non s'indovini?

· Gran Dio!

- Lo vedete! c'è un segreto !

Andreina volse gli occhi al cielo e non rispose motto. Alberto proseguì:

- Ah, tacete? Volete celarvi

indi abbassando la voce ed approssimandosi un poco all'orecchio di lei e per tutto l'oro del mondo non vorreste confidarmi il vostro segreto, non mi credete degno.

Signor Alberto, ella mi fa un gran male!

- Io vi faccio del male? Siete voi stessa! Non vi può uscire di bocca una parola.

Che vuole ch' io le dica? Sono una povera disgraziata!

Disgraziata, ma perchè?

- Il perchè lo sa il cielo; io non ho nulla a rimproverarmi.

Forse si.

Misera me! Credono ch' io mentisca

non potendo ritenere il pianto.

proruppe la fanciulla,

[merged small][ocr errors][merged small]
[ocr errors]

No, signore; voglio dire che la Provvidenza sa quello che fa.

E ciascuno ha il suo merito.

È vero.

E di nuovo si volgea verso l'uscita.

Ecco dunque il Conte gridò

sione...

voi confessate che la pas

-La passione? - interruppe Andreina.

Si, una passione... forse riprovevole vi ha reso infelice.

« PreviousContinue »