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Elisa dello Ureche insigne storico e letterato, professore alla Università.

L'instancabile professor Ananescu del liceo della capitale, ha pubblicato il terzo volume de'suoi Elementi di Storia Naturale, che son da tutti giudicati come i migliori tra quanti furono sinora pubblicati; questo terzo volume contiene la Zoologia; gli altri la Geologia e la Fisiologia; il quarto ed ultimo che contiene la Botanica, è sotto i torchi. Fece grandissima impressione in Romania e fuori la pubblicazione, fatta a cura del Mitilineu, segretario del ministero degli esteri, della collezione di tutti i trattati conchiusi dalla Romania con le altre potenze dal 1368 fino ad oggi. Questo volume, oltre alla sua importanza politica, poichè dimostra essere infondate le pretese delle potenze che vorrebbero negare alla Romania il dritto di conchiuder trattati, ha la sua importanza storica altissima; il Mitilineu ha gettato una viva luce sulla vita diplomatica della Romania: e del suo libro si gioverà moltissimo l' Hasdeu quando nella sua grande Storia critica, parlerà della Storia giuridica ed economica della Romania.

Il periodico. « Confederazione latina » di Macerata che fin dal momento della sua apparizione non cessò mai di occuparsi della Romania pubblica ora nel suo ultimo numero una lettera di un Rumeno della Transilvania, nella quale si manifesta a nome di tutti i Rumeni di colà una piena adesione al programma della Confederazione.

Lo stesso periodico parla con interesse dell'associazione: Romania juna di Vienna della quale già avemmo occasione di parlare.

La « Columma lui Trajan » ha le seguenti materie nel suo ultimo fascicolo: Petru Cerculu biografia di Tocilescu; uno studio, economico di Draghicénu sulla circolazione monetaria in Romania; uno studio medicale di Petruscu; una ballata popolare di Marianu: Bradul si Teiul; ed un vocabolario istriano-rumeno di Maiorescu il quale nel suo viaggio in Istria studiò la lingua di una parte della popolazione la quale è puramente rumena, con alcuni vocaboli italiani; studio interessantissimo che raccomandiamo all'illustre professor Ascoli.

La Rivista contemporanea, ch'è ora entrata nel secondo anno di vita pubblica un'altra commedia: Concina dell'illustre Alessandri; varie poesie fra cui una a Byron, di Cretianu; uno studio sulle armi moderne di Arion; e degli studii sulle Amazzoni di Calimach.

Apparvero due nuovi periodici: uno satirico: Asmodeu, in Bucarest ed un altro: Independinta in Jassy. St. St. S.

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Delle nuove pubblicazioni di amena letteratura russa le più interessanti sono: il romanzo storico del conte Salias: Pugacefzy (4 vol.) e le due raccolte di satire dello Scedrin: Tashkent zy e Pompadury i Pompadurshi. Il romanzo del Salias descrive l'interessante epoca del famoso impostore Pugacef, cosacco, che, preso il nome di Pietro III, sollevò i cosacchi dell'Ural, bashkiri, ed anche i servi russi dall'Ural fino al Penza e Kazan e minacciò Mosca stessa. La figura del Pugacet e de' suoi compagni, i quadri della vita de' proprietarii rurali e provinciali, i tipi degli impiegati e generali russi e tedeschi dell'epoca, sono molto bene riusciti al giovane romanziere, al quale, per questa prima prova ardita, sembra riserbato un grande avvenire.

Nella satira<< I signori di Tashkent, » il primo satirico contemporaneo russo Scedrin ha dipinto la febbre per la carriera burocratica, che invase certe classi della società ru ssa, dopo le prime occupazioni nell'Asia centrale.

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Nell'altra satira « Che cosa sono i Tashkenti? » l'autore ha generalizzato l'idea del primo schizzo ed applicato il nome di Tashkenti a tutti quelli che si lasciano guidare nella loro vita dal solo istinto di mungiare (g rat' propr. divorare), e per i quali l'altrui persona non ha nessun valore. Così sotto il nome Tashkent zy è riunito tutto ciò che vi sia di più antipatico nell'opera degli impiegati russificatori nelle provincie del confine orientale, fra i costruttori delle ferrovie e gli uomini del commercio, avvocati, spie, ec. L'autore dice, che « oltre le sue frontiere naturali il Tashkento, esiste anche fuori della Russia, ne' paesi stranieri (zagranizej). » E veramente il migliore racconto della serie: I Taskent zy della classe preparatoria è un conto, in cui l'autore dipinge una giovane vedova contessa, una donna della società de' << legittimisti, » che co' suoi scandali a Parigi. principalmente con un letterato alla maniera del Figaro, ha provocato il castigo di venire rilegata nelle sue terre in provincia; e qui racconta le sue vicende al figliuolo, allievo della scuola di giurisprudenza in Pietroburgo (ornamento della jeunnesse dorée); madre e figliuolo vanno pazzi per i tableaux delle operette di Offenbach, ma « avec tout cela adorant la patrie et notre sainte religion ortodoxe » ed hanno orrore di ogni sentimento rivoluzionario. Questa sarebbe una satira interessante anche nell'Europa occidentale, dove certi circoli uniscono la depravazione più brutale con le solite frasi conservatrici, colle declamazioni sul tema del bisogno di salvare la società, « la religione, la proprietà, l'ordine ecc. »

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Dalla famosa M.me Pampadour è derivata l'espressione Pompadurska, colla quale gli impiegati provinciali in Russia chiamano le favorite de' governatori. Lo Scedrin ha fatto di questa espressione il mascolino Pompadur e sotto questo nome ha dipinto una serie di caricature brillanti sulla nullità di questi amministratori i quali hanno tanta potenza in Russia ed aspirano ancora ad allargarla, ed i quali si preparano alla vita politica dapprima nella scuola de fanciulli dello Stato e poi nelle trattorie, e nei caffè tanti, nella società della cocottes. Questa serie di sat re, cominciata quando si parlava tanto di accrescere il potere de' governatori ha fino ad un certo punto paralizzato i progetti del partito reazionario. Le più interessanti sono l'ultime due satire: Il Pompadur della lotta, che da principio era forse un liberale, ma poi dopo la Comune di Parigi è divenuto l'eco del « gouvernement de la lutte, » ed I pensieri degl' illustri stranieri sui Pompaduri, una satira sulle memorie dei visitatori stranieri della Russia, la serie de' quali l'autore finisce col racconto d'un tataro-servitore in una trattoria di Pietroburgo, invitato press' un principe Jomudo per essere il suo istitutore nella civiltà europea. Passata col suo istitutore la metà della Russia, il principe dice con entusiasmo: Bene!.... il popolo non c'è, Pompadur c'è! Giunto a casa farò le opportune riforme!

Abbiamo scritto della Storia russa nelle biografie, che ha cominciato a stampare il prof. Kostomarof. Ora ne sono compiuti i volumi II e III, dove l'illustre storico dipinge le poco simpatiche figure de'primi tzar di Mosca nel XV-XVI sec., le rovine delle repubbliche di Novgorod e Pskof etc. Abbiamo nella Rivista Europea, già fatto menzione della scoperta che fece a Kijef la Sezione della Società Imperiale geografica Russa nel febbraio del 1873. Ora abbiamo già sotto le mani il vasto volume delle Memorie di questa Società. (Zapiski Jugo Zapadnago Otdjela Imp. Ruskago Geograf. Obscestva. Tom. I. Kief. 1874). Questo volume contiene oltre il rendiconto delle sessioni della Società, i lavori sulla climatologia, botanica, economia locale, sulla etnografia ed anche materiali etnografici.

Siccome ora le tradizioni e la poesia popolare attraggono l'attenzione uni

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versale, noi daremo una breve notizia di ciò che contiene a questo riguardo il presente volume delle Memorie della Società geografica di Kief.

Gli studiosi della mitologia botanica troveranno alcune interessanti tradizioni, nell'articolo del prof. Rogowic'. Saggio d'un vocabolario de'nomi popolari delle piante della Russia Occid.-Meridionale, come per es. le tradizioni dell' Arthemisia vulgaris, Cicuta virosa, Clematis integrifolia, populus tremula. Stipea capillata, Vaccinium uliginosum etc.

Fra le tradizioni e canti storici, consegnati alla società dal suo Segretario P. P. Tshubinski la più antica è la tradizione sui due grandi tumuli, che sono presso Hwastof, nel governo di Kijev e si chiamano Perepet e Perepetyha. Questi tumuli sono già menzionati come antichi nel sec. XIII. La leggenda popolare racconta, che quelli appartengono al principe Perepet e alla sua moglie, la quale ha ucciso il proprio sposo, tornato dalla guerra e non riconosciuto da lei. Interessanti sono le tradizioni sulla persecuzione dei cittadini, paesani della fede greco russa e de' capi della rivoluzione de'paesani, i così detti haidamacchi nel 1768: « Nel Megiritsh (governo di Kijew) dice la tradizione, i polacchi facevano pendere gli haidamacchi.... Quando l'haidamaco viene tratto sull' albero, essi bevono e gridano viva! » Qui abbiamo un quadro storico in poche parole. Si distinguono ancora fra i canti raccolti ora dal Tshubinski: il canto della figliuola del prete a Wedmedofka (gov. di Kijew) che combatte contro i Turchi, canto della oppressione de'paesani della contessa Branicka, i nuovissimi canti contro i padroni de lavoratori nelle fabbriche di zucchero.

Due articoli: del Russof, Ostap Weressaj, uno degli ultimi cobzari piccolo russi e del Lyssenko Caratteristica delle particolarità de'canti e dumy piccolo russi, eseguiti dal cobzar Weressaj, presentano importanti studii sopra uno degli ultimi esemplari dell'antico bardismo ukraino, che una sorte felice ha conservato fino all'apertura della sezione della società geografica -a Kijew. Il primo articolo ci dà una biografia del recitatore e cantore, nella quale oltre le sue interessanti migrazioni apprendiamo, come erano prima ordinate le scuole de' cantatori-ciechi. Nel secondo, abbiamo uno studio musicale sopra l'istrumento cobza o bandura, una specie di chitarra con 1225 corde, e poi un'analisi musicale de' canti recitati, storici e religiosi, dumy, de' canti cantati religiosi e satirici e finalmente delle danze, eseguite dal cieco trovatore popolare. Lo studio del Lyssenko (editore della migliore raccolta musicale de' canti popolari ukraini, Lipsia, 1870, 1872) finisce coll'osservazioni parallele della musica popolare ukraina colla granrussa e serba e in parte coll'ungherese, colla quale la musica ukraina ha una somiglianza nell'uso del così detto tetrachordo magiaro, fatto conoscere dalle composizioni del Liszt. La più grande sua analogia la musica ukraina l'ha, secondo Lyssenko, colla musica de' serbi.

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Gli articoli del Russof e del Lysenko sono seguiti dal ritratto del Weressaj e da tutto il suo repertorio dei canti colle note musicali, nel quale fissano l'attenzione principalmente: duma della burrasca sul Mar Nero, duma della fuga de' tre fratelli dall'Azof dalla cattività turca, duma della Morte del capo cosacco Teodoro Bezzodnyj, canto della giustizia ed ingiustizia, tutto animato da uno spirito democratico, canto burlesco del matrimonio del cardellino, analogo col Vogelhochzeit (Uhland, Volkslied. 1.37) matrimonio della formica (Ferraro, Canti Monferrini, 120; De Gubernatis, Zoological Mythologe, ove si reca una variante toscana). Les noces du papillon (Bujcard, 1. 38). Se le soprannominate dumi hanno una analogia co'canti funebri sopra gli eroi greci, coi quali il rapsodo Dêmodoco ha fatto piangere Ulisse, il canto-danza del Bugaj ricorda la storia di Arco ed Afrodite, la quale serviva com'accompagnamento alla danza sull'isola felice di Alcinoco. Gli amatori della poesia e musica popolare potrebbero trovare un materiale per lo studio comparativo nel repertorio del cobzaro ukraino principalmente com

parando il suo canto del figlio prodigo, delle passioni di Christo ecc. con canti analoghi nella Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane del valente Pitrè.

Le Memorie della sezione geografica di Kijew finiscono col canto sul serdalla vaggio e sua abolizione cantato da un cantatore popolare (lirnik lira, un istrumento inferiore alla bandura) nel governo di Podolia e copiato da uno studente della Università, Bielincki. Questo canto era composto per la prima volta nella Gallizia, nel 1848-49 per l'occasione dell'abolizione del lavoro obbligatorio de'contadini. Dopo il 1861, questo canto passò nell'Ukrania in Russia ed ora si può udire anche sulla riva sinistra del Dniepr.

Ne esistono ora molte varianti, dove il tema principale è accresciuto di nuove particolarità, così che questo canto è un comodo specimen per lo studio del processo dell'attività poetica popolare-orale. La variante copiata dal Bielinski è interessante poichè qui vediamo molte varianti particolari riunite e completate da un abile cantore. L'odio per la servitù, l'ironia per i signori, che non sanno lavorare essi stessi, i loro lamenti sopra la loro miseria dopo l'abolizione del servaggio sono vivamente rappresentati in questo canto.

In qualche passo ove fra le vive grazie all'Imperatore, « il quale ha abolito la signoria o panseina (pan signore) si spera ch'egli abolirà una volta anche le imposte » si sente fremere lo spirito del vostro Masaniello.

Finiremo con un breve rendiconto della sessione solenne annua della sezione geografica di Kijew, descritta nel giornale Kijewljania. In questa sezione veniva presentato al pubblico il 1 volume delle Memorie, letto il rendiconto de❜lavori annui della sezione per la fondazione del museo etnografico, per la descrizione statistica di Kijew etc. Finalmente uno de'soci, il professore Dragomanof ha letto un resoconto « sull'importanza delle varianti per lo studio storico e comparativo della poesia popolare piccolo-russa. » Siccome questo resoconto contiene alcune materie. che possono persuadere come sia arrivato il tempo anche per i dotti dell'Europa occidentale d'introdurre la poesia popolare piccolo-russa nel circolo de'loro studii comparativi, noi ci permettiamo di dar qualche notizia di questo resoconto. Esso era diviso in due parti. Nella prima il relatore trattò principalmente dei canti periodici dell'uso popolare, principalmente de'Koljadki, cioè de'canti eseguiti durante la festa di Natale e volle dimostrar come nessuna poesia popolare orale, presso alcun altro popolo europeo, abbia conservato finora tanta copia di frammenti dell'antichissimo epos mitologico ed eroico, quanti ce ne offrono questi, per così dire, Vedas del popolo piccolo-russo. Secon· do il suo tema il relatore ha insistito principalmente sugli avanzi dell'antico epos russo storico-eroico nei Koljadki piccolo-russi, ed ha provato che i più antichi dipingono lo stato politico della Russia meridionale dell'VIIIIX sec. e raccontano le spedizioni de'russi a Bizanzio per servirvi gli imperatori greci. Nella seconda parte, il relatore parlò delle varianti dei canti, che possono dimostrare la vastità delle relazioni e lo scambio poetico tra i piccolo-russi ed altri popoli, non solamente slavi, ma anche germani, celtici, latini. De'molti esempii de'canti, comuni ai piccolo russi coi popoli occidentali nominiamo un canto della fanciulla guerriera, che ha una origine comune coi canti moravi, (vedi l'edizione del Susila, 1860, 107), italiani (canto veneziano la figlia coraggiosa presso Wolf-Volkslieder aus Venezien, 57, canti piemontesi presso Nizza, fascicolo III, 92, J. Ferraro Canti Monferrini, 54), portoghesi (Bellermann, Portughesische Volkslieder 1864-65)

Un canto piccolo russo sul figlio del re, che va alla guerra e torna, quando la sua moglie muore di parto (vedi raccolta del Kostomarof nel Maloruski Sbornik del Mordovzef 1859) passato anche nella Russia Grande (v. canti raccolti dal Kirejefski, vol. V, 78 etc., canti raccolti dal Jakou

shkin, 121) corrisponde al canto tedesco Der Ritter und die Maid (L. UhlandAlte hoch und nieder deutsche Volkslieder, 1844, 1, p. 220) e canto bretone Pontpaucoat (Luzel, Chants pop. de la Basse Bretagne, 1868, 383-393). La poesia popolare piccolo-russa rappresenta una copia de'canti del matrimonio fortuito del fratello colla sorella (v. Pauli-Canti del pop. russo in Gallizia I. 168-169, II, 24 Holovazki-Raccolta de'canti pop. russi in Gall. e Ungheria, nelle Sezioni nella Soc. Imp. di Storia ed Antich. di Mosca, 1863, III, III, 45-46, 187, ibid. 1870, III, 15, Kostomarof ed. cit. 234. Sheikofski Saggio del dizionario piccolo-russo, I. 103; e l'inno del Rigveda sopra gli amori di Yama e Yami). Questi canti possono esser divisi in tre forme di varianti: nell'una il fratello compra la sua sorella in piazza, come schiava; questo è analogo ai canti serbi (Karad. 1, 548, id. Canti di Erzegovina, 179) e bulgari (Miladinovic, 195) nell'altro il fratello incontra la sorella dell'albergo, e questo è analogo ai canti moravi (Sushila, 177), polacchi (Kolberg, 217) lusazi (Haupt, I. 33, II 33) tedeschi (Erlach II. 146) etc. nel terzo il tema del matrimonio del fratello colla sorella è mescolato col tema del matrimonio del figliuolo colla madre, analogo col tema d'un canto serbo del Simeon (Karodg. II. 63-75) e con due novelle russe prosaiche del XVII s., che ha edito il prof. Kostomarof; (Monumenti dell'antica letter. Russa, II, 418-424) queste novelle hanno una mirabile analogia colle novelle occidentali di S. Gregorio, di Giuda (Du Méril, poésies pop. latines de M. Age, 399, Douhel-Dictionn. de lég. du Christian. 714, Littré Histoire de la langue française, II. 2ro, Greith, Spicil. Vaticanum, 159) e le novelle italiane: Il figlio dei Germani (Jahrb, für Roman. und Engl. Liter. VII, 398) e novella d'un barone di Faraone. Lucca, 1863) Trovando sparsi presso tanti diversi popoli i temi che si trovano riuniti nella poesia popolare piccolo russa, dobbiamo meglio persuaderci dell'utilità che la scienza comparativa della letteratura popolare deriverà da questa nostra poesia.

Notizie letterarie tedesche.

(Il nuovo romanzo di Bertold Auerbach).

M. D.

Lipsia, 1 15 Aprile 1874.

Un romanzo nuovo di Bertoldo Auerbach è sempre un avvenimento. Da molte diecine d'anni la sua penna educa anzi tutto il cuore; il soffio poetico del suo paese natio rimane sempre vivo in ogni carattere ch'egli dipinge; le melodie della Selva nera risuonano sempre nell'anima di questo poeta singolare che colla semplicità nel sentimento, nella pittura dei suoi caratteri, ch'egli scelse principalmente nell'uomo primitivo della montagna, del villaggio creò una scuola ch' ebbe seguaci presso quasi tutte le altre nazioni. E chi non conosce ora in Italia i racconti d'Auerbach, chi non sentì almeno nominare il suo In Alto e molti altri suoi lavori, egregiamente tradotti anche nella vostra lingua? Dopo un silenzio alquanto lungo l'Auerbach riprese la penna e ci regalò il Waldfried. Non è codesto veramente un romanzo come l'autore l'intitola. È il diario d' un patriotta che nel segreto della sua coscienza depose in tempi ardui e tristi le agitazioni della mente e del cuore ; sono le osservazioni argute d'un ingegno vigoroso, pratico della vita che con mano maestra tracciano la storia della nazione, la storia del popolo nella storia della famiglia. L'affetto per la famiglia s'allarga e si trasporta in vasta proporzione nella vita pubblica; l'amor patrio si concentra con doppia intensità nei confini più modesti d' una famiglia più ristretta, della famiglia vera, ed ivi crea e genera e concilia i caratteri i quali uniti formano l'ideale della società.

Presso il Walifried, nel protagonista di questo memoriale, l'ideale

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