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Revue économique.

La que

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stion sociale en Allemagne et la législation du Reichstag. L'industrie aux Etats-Unis (I. Les filatures et les tissages de cotons). Les discussions de la Société d'economie politique: l'exercice des raffineries. La navigation du bas Danube, d'après les rapports des consuls anglais. Nouvelles d'outre-mer, correspondances particulières: Panama, Pérou, Chili, Con+ fédératiou Argentine, Japon. - Les valeurs qui ont servi àu paiement de notre indemnité de guerre. Compte-rendu des opérations de la Banque de France en 1873. Partie commerciale et partie financière.

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2 ventôse an VIII à la fin de 1973. Partie commerciale et partie financière.

28 mars.

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La poste en France et en Allemagne. L'instruction primaire à Paris. Le commerce de la France pendant les deux premiers mois de 1874. Le commerce de l'Angleterre pendant les deux premiers mois de 1874. L'empire du Brésil. Les travaux de la Société des ingénieurs civils pendant le mois de février 1874. L'enquête sur l'industrie des houillères rapport fait à la chambre de commerce de Saint-Etienne. La navigation à vapeur dans les mers de l'Inde Les travaux de la Société de législation comparée; les lois étrangères sur l'hypothèque maritime. Les relations commerciales entre la France et la Suède en 1872. Nouvelles Les

d'outre-mer: la Havane. conférence d'économie politique en province.

Partie commerciale et partie financière.

4 avril.

Le canal de Suez, l'instruction primaire à Paris, la production de la soie en France; lettres de Turquie: les chemins de fer serbes et turques et le transit de l'Europe orientale; la coopération, son présent et son avenir en Angleterre ; nouvelles des Etats-Unis; les travaux de la commission d'études pour la révision du cadastre; les grèves dans l'industrie métallurgique et dans les houillères en Angleterre; nouvelles d'outre-mer: correspondances particul.; Chill, Pérou, Amérique centrale, Isthme de Panama. Partie commerciale

et financière.

AMÉDÉE ROUX.

Rédacteur responsable de la REVUE LITTÉRAIRE FRANÇAISE.

Gazzettino bibliografico Italiano.

Alla santa - MePrimo

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e si divide

Mamma ce n'è una sola, Racconto ai giovanetti, di B. E. Maineri. Milano, Casa Editrice Guigoni, Via Manzoni, 31. 1874. Ecco un bel libro. E buono, perchè dalla prima all'ultima pagina è un trattato di morale e patriottismo. L'amor di donna e di nazione pervade intero codesto racconto dell'autore del Lysch e delle Voci del cuore, ed allorchè lo chiudi e lo riponi ti senti disposto ad azioni nobili e generose. È dedicato moria di mia Madre Ultimio mio sospiro, in due parti In Collegio e Fuori. La prima è idillica ad ogni modo, e ti strappa il pianto la soave melanconia che la governa; la seconda ha carattere essenzialmente civile e ti par di leggere uno squarcio dei Ricordi d'Azeglio. È naturale quindi che gli animi delicatissimi ed i cuori aperti ai sentimenti santi della famiglia prediligano la prima, e senza dubbio leggeranno con gioia la seconda quelli che han pugnato e sofferto per Italia e libertà. Entrambi, però, si completano e s'incatenano squisitamente; e la ricordanza di Cecilia ricongiunge in nodo eterno Carlo e Filippo e richiama il lettore alla mesta istoria del cadente mastro Alfonso.

Bel brano descrittivo è contenuto nel Saluto al Sole, e se qui sei stretto a ripeter con Filippo : bello! stupendo! più innanzi pieghi le ginocchia e preghi per l'anima immacolata dell' infelice Giulietta. La Sepoltura di Cecilia è uno strazio, e dai in pianto dirotto salutando per sempre l'angioletto cui era mancato l'alimento! « Sotto queste zolle confuse al frale della

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ziale d'amore

Viso di cielo

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mente

profumo di purità

Fini perchè le era morta la mamma -perchè le era mancato l'alimento Furono sue ultime pa· role: Mamma ce n'è una sola! » Ed è spontaneo il ravvedimento di Carlo, e vorrei tutte le madri sapessero incuorare i loro figli coll'augurio della signora Margherita: Sii forte e costante !

O paese, paese, paese! grida il Maineri con Geremia antichissimo. Epperò è zeppo d'amor cittadino il saluto a Torino, e son di fuoco le parole d'Angelo Brofferio all' Italia risorta libera ed una. << Ci vollero_Galileo Galilei, Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Niccolò Macchiavelli, Michelangelo Buonarroti, Cesare Beccaria, Mario Pagano, e Filangieri e Parini e Carlo Botta, e Filicaia, e Leopardi e Ugo Foscolo, e Alfieri. Ci vollero Cola di Rienzo, Arnaldo da Brescia, Govanni da Procida, Francesco Ferruccio, e Savonarola e Olgiati e Caracciolo, e Santarosa e Silvio Pellico e Ciro Menotti, e Tito Speri e i due Bandiera, e Vochiesi e Pisacane e Rosolino Pilo, e, più fortunato e più grande di tutti, Giuseppe Garibaldi!... » Abbracci commosso e in tripudio Orlandi e Gentili abbracciati, e t'esalti e senti briccolar le palle là su pel viale di Varese. E vai smanioso di battaglie e d'allori laggiù in Sicilia, e combatti da eroe al grido sacro di Viva Italia, e saluti singhiozzando il martire Arturo che muore. E visiti reverente la città della Lega e delle Cinque Giornate, e ti

separi dal romanziere inviando con lui e con Carlo un sospiro all'angelo che spari sussurando: Mamma ce n'è una sola!

La lingua è scelta, e t'accorgi che il Maineri ha meditato su' classici. Lo stile è facile e spontaneo, e vedi che s'è separato dal Guerrazzi inimitabile. V'è luce, v'è calore, v'è profluvio d'affetto; ed io direi che può essere offerto in premio ai giovanetti che si distinsero. Un grazie cordiale all'Amico, cui desidero che L'Orfana nascitura abbia tanti lettori quanti deve averne la Mamma.

GAETANO SANGIORGIO.

Dizionario universale della economia politica e del commercio del prof. Gerolamo Boccardo; serie prima A-Agraria (un fascicolo di pag. 64; prezzo una lira). — L'illustre economista genovese ha rifuso totalmente il lavoro che vent'anni fa gli diede la celebrità, e lo ha condotto fino agli ultimi portati della scienza e alle ultime notizie della statistica. Oltre al pregio della esattezza il lavoro insigne del Boccardo ha un pregio che non si suole incontrare nei Dizionarii. Mentre forma un vero tesoro per chi ha bisogno di consultarsi sopra una data o un dato qualunque, è oltre a ciò un libro piacevolissimo a leggersi. Gli articoli non sono aridi cenni, ma vere monografie. Nella prima dispensa che è or ora uscita si leggono gli articoli: accaparramento, accattonaggio, accomandita, Africa e commercio africano, agente ed agenzie, e sopratutto quelli sull'aggio e l'aggiotaggio, sulle acque, e sull'agricoltura, e si troverà una completa trattazione dei rispettivi argomenti. La dispensa comprende 64 pagine a 2 colonne, in caratteri chiari e fusi appositamente: s'è calcolato che ciascuna dispensa, al prezzo di una lira, comprende mezzo milione di lettere, cioè la materia di tre volumi or

dinarii. In 40 circa di coteste dispense l'opera completa. Oggidì, che tutti fanno, o almeno parlano, di affari pubblici o privati, questo nuovo Dizionario è un manuale indispensabile.

T.

Poesie scelte di Giuseppe Regaldi con prefazione di Eugenio Camerini; Firenze, succ. Le Monnier (un volumetto elegante di pagine 494; prezzo L. 2, 50). Dice bene il Camerini, nel grazioso e caratteristico proemio premesso a questa ristampa de' versi del Regaldi: «Volere o non volere, gli Italiani folleggiano delle creazioni spontanee dell'ingegno, e lasciano dire i critici rigorosi, i quali stentano sì fieramente a mettere in bilico qualche anelante periodo e non sanno persuadersi, che altri, stans pede in uno, possa trovare concetti e fantasmi spesso ammirandi. » Noi diremo di più che, quando l'improvvisatore è un uomo dell'ingegno di Giuseppe Regaldi, amiamo meglio il suo verso improvviso che il troppo lungamente meditato, come amiamo la natura meglio dell'arte, e i fiori del prato più de' fiori di serra. Il Regaldi ha sentito e vissuto poeticamente la vita, e però visse poetando, avido di luce e di suoni, innamorato di ogni forma della bellezza e di ogni grandezza; perciò il suo verso riuscì lucido, melodioso, proporzionato e solenne. La musa del Regaldi si mostra in questo bel volumetto, sempre casta e severa, in libero pellegrinaggio a traverso i campi della natura, della storia e dell'arte; l'intonazione di ogni canto è alta; il poeta canta vaticinando; la Bibbia, Omero e Dante hanno sostenuto la dignità delle sue canzoni. Noi speriamo di poter scriver in tempo non lontano parole degne di lui; intanto ci rallegriamo che il Le Monnier abbia provveduto a conservare in nitida veste la parte più eletta de' canti

del Regaldi; scorre sempre in essi un'onda limpida, anco quando s'allarga in fiume regale, come avviene spesso; ed a traverso di essa splendono parecchie gemme, le quali meritano di venir raccolte. Chi ama il turbine e la tempesta non legga questi versi; chi ama il cielo sereno, e l'oceano tranquillo nella sua stessa agitazione, s'abbandoni fidente al buon genio del Regaldi, il quale allo stesso erompere dell'Etna, sotto la minaccia di essere seppellito dalla lava scioglie un magnifico biblico inno a Dio.

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Sonetti e ballate di Francesco Amaretti; un vol. di pagine 228 (prezzo L. 1, 50). Una malinconia profonda muove questi versi, e specialmente i sonetti scritti con un lento, e pur niente affettato abbandono; anzi può talora sembrare che nell'abbandonarsi troppo naturalmente, illanguidiscano e si scoloriscano un poco, è così venga a scemarsi una parte di quell'effetto che il sonetto deve portar concentrato sulla chiusa; in cauda venenum; l'ultima terzina ne' sonetti dell' Amaretti rassomiglia invece per lo più ad un gemito che vanisce; e le poche eccezioni non valgono a distruggere questa impressione; ma esse bastano tuttavia, per dimostrare come l'Amaretti non valga solamente a raccogliere una nota poetica, ma, talora, quello ch'è più difficile in arte, a sostenerla, accrescendone i toni; così, per citare un'esempio, l'ultima strofa del primo sonetto: Sconforto e Speranza, che esprime senza dubbio un dolor vero, riesce pure d'una singolare efficacia:

Allor la penna discorato infrango,

Gitto i volumi, e reclinando il greve
Capo sul petto, chiudo gli occhi e piango.

In ogni maniera poi, gli affetti varii che visitato, dal dolore, il poeta colorisce, e il sentimento poetico,

se bene tranquillo, ch' egli ha della natura, e che si comunica al lettore, rendono simpatico questo volume ad ogni lettore d'animo gentile.

Versi di Giuseppe Fraccaroli; Verona, tip. Franchini (un volume in-8. di pag. 164). Il nuovo poeta non va per le vie solite; Pindaro ed i Profeti gli hanno composto un nuovo stile alto e vigoroso, che potrà fargli onore; ma l'espressione manca talora di rilievo poetico; l'eleganza vi si fa spesso desiderare; troppo spesso ancora il componimento manca di coesione e di unità; vi sono parecchie note, ma non vi è unità armonica, onde l'effetto generale si perde. Il Fraccaroli s'è pure accinto a tradur Pindaro; ardua, e crediamo disperata impresa; come a chi si muoverà a tradurre gli Inni Sacri di Manzoni, quando il cristianesimo sarà scomparso, essi diranno poco; così a noi che cerchiamo di leggere Pindaro, morto il paganesimo, esso manda più poche scintille vive. Nel tradurre ora Pindaro, quasi unico studio deve riuscir quello di conservarne la plastica; e a questo appunto provvide il Fraccaroli e vi riuscì, non di rado, felicemente; anzi, assai bene, per quanto ci parve, nella prima delle Pitie; non che la brevità efficace Pindarica sia sempre resa (per es. il tòn dé taurô chalkeo kautêra, si impallidisce e si perde nel prolisso ed ozioso: « Che la gente spietato! arder sapea Dentro al toro di rame); ma, in generale, la dignità lirica dell'ode pindarica è bene sostenuta. Il Fraccaroli si congeda dal lettore, dicendo ch'ei spera ritrovarsi un giorno con esso sulla terra, e soggiunge: « se cattivo poeta, non pensare ch'io fossi per essere anche un cattivo amico. » Un cattivo poeta egli non sarà detto da alcuno, s'egli appunterà vigorosamente la forza dell'ingegno ad esprimere alti pensieri; intanto, a questi pensieri

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