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hauer; ora è venuta la volta dello originale pensatore e bizzarro, spesso oscuro, scrittore della seconda metà del secolo passato, Giov. Giorgio Hamann, che Ugo Delff ci presenta con una larga biografia, offrendoci una caratteristica antologia de'suoi scritti. Sotto una frase ispida e per lo più inamabile Hamann nasconde sempre un pensiero vigoroso che può fare impressione. Fra i tanti autori di sentenze, egli meriterà quindi di pigliar posto come uno de'meno vani. Noi, segnalando intanto l'ultimo volume pubblicato della Biblioteca dei Lichtstrahlen, che ci fa conoscere uno scrittore finquì ignoto in Italia, raccomanderemmo a qualche intelligente editore italiano d'imprendere pel nostro pubblico una biblioteca somigliante, nella quale venisse presentato il carattere de' nostri scrittori più originali, con un largo studio biografico, e con brani scelti giudiziosamente dalle loro opere. Il favore ottenne in Germania la biblioteca dei Lichstrahlen dovrebbe tentare alcun editore italiano a farne pure l'es perimento fra noi.

Theater - Erinnerungen von Gustav zu Putlitz; Berlin, Paetel (due vol.) · Il passato ha il suo prestigio, quando è ricco di ricordi simili a quelli coi quali Gustavo di Putlitz ravviva le prime pagine del primo volume di queste sue Rimembranze di Teatro. Le figure di Varnhagen, della Rahel, dell'Ahlefeld l'amica di Carlo Immermann, della quale Ludmilla Assing scrisse una interessante biografia ed altri bei nomi storici della letteratura contemporanea tedesca non hanno solo una grande attrattiva per un pubblico tedesco, ma ancora per ogni pubblico colto straniero; e si comprende come il Putlitz si compiaccia nel ricordare anche casi minimi, per sè stessi indifferenti, che si riferiscono ad essi. Le pagine che seguono raccontano le sue relazioni col maestro Flotow nel tempo in cui l'A. scriveva per esso il libretto per l'opera intitolata Indra, e ci parvero singolarmente curiose. Ma le più interessanti come le più

notevoli sono sicuramente quelle nelle quali il Putlitz ci rappresenta non più il modesto librettista, ma le peripezie del distinto commediografo e drammaturgo. Le difficoltà per far accettare sul teatro una nuova produziòne, i contrasti che ne accompagnavano la rappresentazione furono tali che il Putlitz si trova costretto a conchiudere: gli stessi trionfi essergli costati sempre troppo per dargli subito coraggio a proseguire. Della critica egli non si lagna; ei la trovò quasi sempre bene disposta; essa pertanto gli perdonerà ora facilmente questo volume di confidenze non dimandate, ma che nessun critico si tratterrà sicuramente dal leggere, tanto più che lo stile di queste Memorie è scorrevole e piano, e l'autore che si fida, inspira fiducia. Ai nostri critici ed autori drammatici che intendono la lingua tedesca raccomandiamo perciò noi pure la lettura di quest'opera, non tanto per quello che il Putlitz, autore stimato, ci fa sapere di sè quanto per la notizia che se ne ricava intorno alle condizioni presenti del teatro tedesco.

The English Gipsies and their Language, by Charles G. Leland, author of << Hans Breitman's Ballads » « The Music Lesson of Confucius » etc. Second Edition; London Trübner (eleg. vol. legato in tela, di pag. 260) Molto fu scritto sopra gli Zingari; e dal Borrow, dal Simson, dal Pott e dal nostro Ascoli (che l'autore del presente lavoro non sembra conoscere) ne fu scritto con molta competenza; ma degli autori che figurano nella già ricca bibliografia zingarica, pochissimi hanno frequentato ed esplorato intimamente la vita ed il linguaggio degli Zingari; i più compilarono sopra gli scritti altrui, o si fidarono a relazioni spesso inesatte delle popolazioni in mezzo alle quali gli zingari vivono disprezzati, o finalmente sopra note fuggitive, superficiali, prese sopra gli zingari diffidenti, e considerati come gente pericolosa. Il signor Leland non solo ha conosciuto gli zingari inglesi; ma seppe amicar

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seli ed inspirar loro piena fiducia, di modo che egli potè sorprendere alcuni caratteri intimi, ed ascoltarne i più famigliari discorsi. i proverbi, le favole, le novelle, delle quali egli ci ha pertanto potuti offrire saggi importanti nella loro lingua nativa, ai quali egli soggiunse poi sempre una traduzione inglese. L'opera si compone di dieci capitoli sopra i costumi, le abitazioni, le credenze,(il quarto capitolo è tutto dedicato a rappresentare il rispetto degli zingari pel morto), le lettere che gi zingari si scrivono, il linguaggio, i proverbi, l'origine indiana degli zingari; il nono capitolo è miscellaneo, il decimo si occupa degli zingari egiziani che il Leland si recò a visitare sul posto. In appendice, ci si offre una interessante raccolta di Rommani Gudli, ossia favole e novellette zingariche. Nel capitolo ottavo che ci riferisce gli indizi raccolti, presso gli zingari inglesi della loro origine indiana, è con qualche sorpresa che abbiamo raccolto dal Leland come essi serbino ancora reminiscenza del Dio indiano Vishnu; Bishnoo è identificato con la pioggia chiamata sangue di Dio, come la neve rappresenta per essi le penne che cadono dalle ali degli angeli; ma l'autore qui prevede la difficoltà che gli sarà fatta, opponendoglisi come nell'antico zingarico invece di Bishnoo, dicesi Brishni, da riferirsi all'hindu barih al sanscrito Varish; a questa difficoltà si potrebbe aggiungere che Vishnu nell'Ind a non fu mai uno spiccato Dio pluvio; Vishuu si identifica ora col sole ora con la luna, ma non è mai distintamente il Dio della pioggia, ch'esso negli inni vedici segue ed accompagna, e tanto meno poi la pioggia stessa. Così ci sembra che l'egregio autore sia andato un po'troppo in là quando gli parve di poter riconoscere il nome del Dio Civa Mahadeva nell'espressione zingarica maduveleste (Dio ti benedical); e rifiutiamo poi intieramente l'avvicinamento fatto dall'autore tra lo zingarico Seemorus (leggi Simorus) che vale delfino, e il persiano Simurgh, mentre bastava qui

ricorrore alla parola indiana çiçumaras che vale per l'appunto delfino. Ma queste ed alcune altre poche ec cezioni che potremmo fare ai raffronti del signor Leland, non scemano punto la nostra stima per questa sua bella ed utile pubblicazione, frutto di diligenti e lunghe ricerche. e degna d'ogni riguardo.

Memoir of the Comparative grammar of Egyptian, Coptic and Ude, by Hyde Clarke; London, Trübner. Questo lavoretto dell'emimente dotto inglese fa pensare; ma noi siamo ancora lontani dal dichiararci persuasi della bontà del metodo che l'Hyde Clarke ha creduto poter seguire ne' suoi raffranti. Certo il passo d'Erodoto che descrive nella Colchide una razza nera, circoncisa, d'origine egiziana è una guida importante, come non ci pare destituita di valore la nozione che l'Hyde Clarke avrebbe potuto aggiungere intorno al mito del vello d'oro, che gli Argonauti vanno a rapire nella Colchide, ossia nella terra dai neri abitatori, che nel cielo è la tenebra notturna e umanata la mitologia celeste si trasportò in un paese ove ci fossero dei neri, come il mito celeste del Râmâyana divenuto epopea umana raffigurò i Krishnas i neri demonii vedici, i rakshasi, nel Dekhan, abitato da una razza nera drâvidica. Ma scomparsa ora dal caucaso l'antica razza nera ricordata da Erodoto, dopo le trasformazioni che potè subire il linguaggio in due regioni così lontane come l'Egitto, e la Colchide, è egli possibile, senza intermediarii storici, accostare alcune, assai poche, parole somiglianti caucasiche ed egizie, per stabilire che gli Udi caucasic, non più neri, non più circoncisi, parlano ancora una lingua derivata dall'antica egizia? Noi non neghiamo punto la possibilita di rintracciare un giorno parentele, fra popoli che ora appaiono disparatissimi, ma non ci sembra che convenga discostarsi in tali indagini dal più rigoroso metodo della grammatica storica comparativa. La memoria dell'Hyde Clarke avrà forse il merito d'invitare ad

una ricerca più profonda altri investigatori, e se questa ricerca conduca ad un risultato soddisfacente, non

sarà poca la gratitudine che si dovrà al dotto che avrà primo, per una facile intuizione, aperta la via.

Oltre l'esaminare con un articolo speciale il Conversation's Lexikon del Brockhaus, e l'Hystory of Greece del Cox, nel prossimo fascicolo informeremo su queste pubblicazioni straniere, ricevute in quest'ultimi giorni: Aphrodite, von J. J. Bernoulli, Leipzig (Engelmann), Das indische Erbrecht von Aurel Mayr, Wien (Hölder), Fürst Hermann von PücklerMuskau, eine Biogr. von Ludmilla Assing; 2 hälfte, Berlin (Wedekind u. Schwieger).

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Notizie letterarie slave.

Il vient de paraître à Agram une splendede édition des œuvres du poëte national de la Croatie Peti Preradovich (Pjesnicka Djela Petra Preradovica u zagrebu 1874). Cet ouvrage a été publié par souscription nationale sous la direction d'un comité de savants et de gens de lettre; il est exécuté avec une rare élégance. Nous avons déjà parlé à nos lecteurs de l'Académie d'Agram et de l'université qui va prochainement s'ouvrir dans cette ville. La publication des œuvres de Preradovich fait grand honneur à l'intelligent patriotisme des Croates. Preradovich était né en 1868 dans la frontiére militaire et mourut en 1872. Il servit longtemps dans les troupes autrichiennes, notamment en Italie et parvint au grade de colonel. Vers la fin de sa vie il manifesta une tendance regrettable vers le spiritisme. Le talent de Preradovich était essentiellement lyrique. Le volume que nous annonçons est précédé de deux études l'une sur la vie du poète par M. Ivan Trnski, l'autre sur ses œuvres par le doct. Markovich. Ces deux écrivains occupent tous deux un rang honorable dans la poésie des slaves méridionaux.

M. Kukulievich Sakcinski, l'infatigable historien de la Croatie publie à Agram le recueil diplomatique des royaumes de Croatie, de Dalmatie et de Slavonie. Le premier volume qui vient de paraître ne renferme pas moins de 300 documents de l'année 508 à 1102.

Il vient de se fonder à Novi Sad (Neusatz Hongrie) un journal littéraire Javor; un recueil du même genre vient également de paraftre à Belgrade. Le recueil Vienac (la Couronne) qui se publie à Agram paraît désormais avec des illustrations dont la plupart sont fort élégantes.

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M. Sime Ljubich conservateur du Musée national d'Agram bien connu par ses écrits italiens sur la Dalmatie prépare en ce moment un grand ouvrage sur la numismatique des Slaves méridionaux. Cet ouvrage comprendra 30 feuilles d'impression et vingt planches qui s'exécutent en ce moment à l'imprimerie nationale de Vienne. L'auteur y a rassemblé et expliqué plus de 4000 monnaies bulgares, serbes et bosniaques croates etc.

La Bibliothèque Universelle de Genève publie dans son numero du 1 mars sous ce titre: Un poeme slave sur la Suisse, la traduction d'un poème de M. Medo Pucic, connu dans la lettérature italienne sous le nom d'Orsato Pozza Zagarski. M. Medo Pucic est originaire de Raguse et naturalisé italien.

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Il vient de paraître à Cracovie: l'Annuaire des Archéologues, Numismates et bibliographes polonais (année 1870) par M. Stanislas Krzyzanowski. Cet annuaire dédié à la mémoire de Nicolas Copernik renferme une foule de matériaux du plus haut intéret. Outre des mémoires sur differents points d'histoire et d'archéologie il contient le relevé de toutes les sociétés savantes qui existent en Pologne ; des notices sur les principaux archéologues polonais, etc.

Il paraît en ce moment à Varsovie une bibliothéque de philosophie positive. Cette bibliothèque est dirigée par la rédaction du Journal Niwa (le Champ). Elle publie outre des œuvres originales la traduction des meilleurs ouvrages parus en langues étrangeres. C'est là dans la littérature polonaise une tendance nouvelle et qu'il est curieux de signaler.

Vient de paraître à Lemberg un volume intitulé: Dwaj znakomià komunischi deux célébres comunistes Tomas Morus et Tomas Campanella et leur systême. Etude sociologique par Boleslaw Limanowski. La partie de cet ouvrage qui concerne Campanella a pour les lecteurs italiens un intérêt tout particulier. Nous regrettons que le défaut d'espace ne nous permette pas d'en donner une idée. M. Limanowski a malheureusement oublie d'ajouter à son livre une table des matiéres, ce qui rend les recherches difficiles.

Il paraît en ce moment à Paris une édition complète en français des œuvres d'Alexandre Herzen. Le premier volume que nous avons sous les yeux comprend un certain nombre de nouvelles et de fantaisies politiques. En tête du second volume sera publiée une notice biographique et littéraire par M. Vyroubov. On pourra alors mieux apprécier la valeur de cette édition qui doit avoir un caractére définitif et dont le premier volume n'est pas entiérement exempt de négligences.

M. Perwolp professeur à l'Université de Varsovie publie dans la Revue Russe du Ministére de l'Instruction publique une sérié d'études sur la Solidarité Slave, c'est à dire sur les rapports intellectuels et moraux que les peuples slaves ont entretenus entre eux depuis les origines jusqu'à nos jours. Le travail de M. Perwolf n'est que le développement des études trés intéressantes qu'il avait déjà publiées sur ce sujet dans l'Encyclopédie de Prague. Il est à désirer que M. Perwolf s'occupe plus tard a réunir ces études dans un volume spécial. L. L.

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Notizie letterarie rumene.

L'insigne storico B. Hasdeu, il quale lavora con ardore alla sua grande Storia Critica, ha pubblicato il quinto fascicolo di questa col quale si dà principio al 2. volume. Questi due volumi costituiranno la Storia territoriale della Muntenia fino al secolo XIX. Dopo d'aver ragionato ampiamente dell'azione che la natura esercitò sul territorio, lo Hasdeu imprende ad esaminare la reazione dell'uomo sulla natura, incomincia dall'alto esponendo le teorie del Darwin e di Wallace sull'uomo e sulle nazioni e poi scende ad esaminare l'origine di vari vocaboli esprimenti armi, vestimenta od altro e conchiude coll'affermare la origine silvestre della nazione rumena fondandosi sulle parole: Foglia verde con cui cominciano tutte le canzoni popolari. Ecco alcuni problemi che lo Hasdeu risolve in questo fascicolo: La Provvidenza nella Storia; la coltura per acclimatazione; un alfabeto mongoloido in Dacia; la selezione naturale nell'origine delle città; la Dacia di Tolomeo; differenza fra l'origine d'una nazione e l'origine della sua coltura. Le conferenze all'Ateneo di Bukarest sono divenute il passatempo abituale della Società rumena e gli uomini più autorevoli gareggiano nel tenere svariate conferenze coll'utile scopo di educar la gioventù. Giovanni Bratianu ha tenuto colà una sua seconda conferenza col titolo: Sguardo sulla storia della Romania nel medio evo; soggetto vastissimo, ma che egli con la sua nota valentia seppe restringere ne❜limiti d'una conferenza. Il pubblico numerosissimo che riempiva la vasta sala dell'Ateneo manifestö la sua soddisfazione con prolungati ed unanimi applausi.

Notiamo con grande piacere come scrittori valenti abbiano assunto il lodevole incarico di educare ed istruire la masse; ultimamente ap

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parvero in Bukarest due opere destinate a questo scopo; la prima di Constantinescu col titolo: Corso d'Agricoltura pel popolo e l'altra di Codrescu: Il Medico de'contadini; quest'ultima è scritta in quello stile popolare proprio dell'autore, già noto per le sue opere storiche. Gradisteanu, direttore della Rivista Contemporanea ha fatto rappresentare al teatro di Bukarest una sua graziosissima commedia col titolo: Revisorul General il cui soggetto è tolto da una commedia del Merimée e adattato con molto gusto alle condizioni della società rumena. Pantazi Ghica nè fa una critica molto lusinghiera nel periodico francese « la Roumanie. »

Questo periodico che ha incontrato il generale favore, è diretto da un francese, F. Damé, il quale si occupa con amore delle cose rumene e con le sue relazioni in Parigi ha diffuso il suo giornale anche in Francia; sarebbe da desiderarsi che lo stesso si facesse pure in Italia. Il professore Antonio Roques, che insegna letteratura francese al liceo di Bukarest pubblica in quel giornale un suo lavoro: Beautés de l'histoire Roumaine il quale prova come egli conosca bene la storia della Romania. Egli scrive pure molto bene in lingua rumena tanto che abbiamo di lui un dramma nazionale: Brancovano il quale fu molto applaudito lo scorso anno al teatro di Bukarest.

I due operosi membri dell'Accademia, Laurian e Maxim lavorano con assiduità al compimento del gran Dizionario; la pubblicazione, che si fà per puntate è pervenuta alla lettera H.

Sono state pubblicate le due ultime commedie del celebre artista comico Millo, le quali ebbero sì gran successo in tutte le città della Romania: Apele de la Vacaresci e Chi rita la Expositie.

Nello scorso mese si diede al gran teatro di Bukarest una rappresentazione pel monumento del celebre poeta Heliade col concorso degli artisti drammatici comici, e di quelli dell'opera italiana. Il Pascaly declamò una stupenda poesia: Adio la patrie scritta dallo Heliade in esilio, ed il Millo una graziosa canzonetta di Alexandri: Barbu lautarul. Un giovine scrittore, Lepadatu ha pubblicato un volume di poesie fra le quali alcune sono bellissime; il dramma in tre atti Tribunul col quale termina il volume palesa nell'Autore non poca immaginazione e vigoria di stile.

La letteratura giuridica rumena si è arricchita in questo mese di tre opere importantissime: L'Agenda medico-giuridica che è quasi un trattato completo di Medicina legale e di procedimento giudiziario: Gli elementi di diritto privato rumeno, di C. Nacu ed il Corso di diritto civile di Ilia che si pubblica a puntat; quelle finora pubblicate comprendono il 1° e 2° libro del Codice Civile.

Coll'occasione della morte di Michelet, uno degli scrittori francesi che con maggior interesse si occuparono della Romania, in ispecie nelle sue Légendes du Nord, tutti i giornali rumeni pubblicarono necrologie con cui ne tessevano le lodi e ne deploravano la morte. Intorno a ciò il periodico La République Française ha un articolo con cui loda questo atto di riconoscenza da parte de' Rumeni e ricorda come fin dal 1866, l'Assemblea rumena avesse ad unanimità conferito al Michelet il titolo di cittadino rumeno.

Dobbiamo con dolore registrare la morte di un egregio patriota della Bucovina, Hurmusachi. Egli era presidente della società letteraria rumena di Cernowitz; fu presidente della Dieta di Bucovina, governatore di questa provincia e senatore a Vienna; in queste cariche egli cercò sempre di giovare a' suoi connazionali. Come membro della Accademia di Bukarest, egli le fu di molta utilità, poichè era un raccoglitore assiduo di documenti storici riguardanti la Romania. La sua perdita fu molto sentita in tutte le contrade abitate da Rumeni.

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